Attraverso la cultura possiamo costruire una nuova visione di futuro

Dagli eventi del Festival sulle iniziative culturali, riflessioni e buone pratiche sul ruolo nella creazione di conoscenza partecipata per orientare gli sguardi. Presentato il Position paper ASviS sulle organizzazione culturali.

mercoledì 15 maggio 2024
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Sono i mondi della cultura che aiutano moltissimo a creare consapevolezza, pensiero razionale ed emozione per permettere la creazione di un modello di sviluppo sostenibile”. Sono queste le parole con cui Paola Dubini, coordinatrice del Gruppo di lavoro trasversale “Cultura per lo sviluppo sostenibile” dell’ASviS, ha introdotto e moderato l’evento “Il posto della cultura: un gioco di sguardi”, organizzato dall’Alleanza il 10 maggio a Torino nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile.

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L’appuntamento, inserito all’interno della cornice del Salone del libro, seconda tappa dell’edizione di quest’anno supportata da Iren in qualità di Tutor, è stato dedicato alla raccolta di testimonianze degli operatori del mondo della cultura, che hanno rappresentato come i vari settori interpretano gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, facendo leva sulla partecipazione dei cittadini e sulla capacità delle organizzazioni culturali di orientare lo sguardo per attivare la conoscenza, modificare i comportamenti e costruire una nuova visione di futuro.

 Le esperienze portate dagli ospiti della mattinata hanno cercato di rappresentare in maniera sistemica e integrata il richiamo ai diversi Obiettivi di sviluppo sostenibile. Per ciò che riguarda il ramo della sostenibilità dedicato alla conoscenza e all’educazione, è intervenuto Pierluigi Ledda, dell’Archivio storico Ricordi, che ha raccontato l’importanza dei progetti inclusivi che riguardano gli archivi e il loro ruolo per la condivisione della conoscenza, ricordando come sia fondamentale che questi ultimi siano rigenerativi, dinamici e innovativi nel tempo: “Non bisogna dare per scontato che il prestigio delle collezioni musicali sia di per sé un alibi all’immobilismo e all’istituzionalità, ma bisogna fare in modo che l’archivio sia ad uso e consumo di noi vivi”.

Insieme agli archivi, un’attenzione molto forte allo sviluppo della cittadinanza scientifica e al dialogo con i giovani risiede inoltre nella mission dei musei, che hanno un ruolo primario nella lotta contro la povertà educativa. “I musei sono strumenti potentissimi per il lifelong learning, ma purtroppo i musei non sono per tutti. Fette grandissime di popolazione non vedono nel museo una possibilità, una risorsa, mentre la cittadinanza scientifica dovrebbe essere invece una competenza universale. Il mondo ci chiede sempre di più di fare scelte quotidiane, in costante connessione con scienza e tecnologia. Un rapporto positivo con la scienza, a prescindere dal nostro percorso professionale, è quindi fondamentale”. Queste le dichiarazioni di Patrizia Cerutti del Museo nazionale della scienza e tecnologia “Leonardo da Vinci”, che ha inoltre sottolineato la forte interconnessione tra povertà economica e povertà educativa e il ruolo dell’apprendimento inclusivo nella ricerca.

La riflessione si è spostata poi sul tema delle città sostenibili e dei consumi responsabili in relazione alla realizzazione degli spazi intesi come bene comune. “L’ascolto del territorio è fondamentale per avviare processi di rigenerazione e riqualificazione degli spazi pubblici, partecipando attivamente alla cura dei beni comuni e riconnettendo i luoghi del patrimonio alla vita dei cittadini”, ha dichiarato Ottavia Semerari di Variabile K, un’impresa sociale nata nel 2022 che si occupa di rigenerazione urbana e partecipazione culturale a Ercolano e nel territorio vesuviano. L’obiettivo è quello di creare occasioni dove le persone possano esprimere la propria creatività, valorizzando la manualità e l'artigianato, incentivando inoltre pratiche di riuso e riciclo.

Sul tema dell’incremento dell’offerta culturale del territorio è stata poi richiamata la centralità del numero dei destinatari e si è riflettuto su come raggiungere nuovi pubblici, portando l’arte in luoghi innovativi. “L’aeroporto può diventare vetrina di eccellenza, trasformando l’attesa in un momento da dedicare al pensiero, all’arte e alla bellezza”, così Giovanna De Cesare di Aeroporti di Roma ha raccontato come l’aeroporto è stato trasformato in un punto di incontro inclusivo tra la cultura e i cittadini attraverso diverse esposizioni artistiche, che incrociano lo sguardo di oltre 6 milioni di passeggeri. In questo senso, la capacità di attrazione di un aeroporto contribuisce ad aprire nuove possibilità per la diffusione dei contenuti culturali e per l’identificazione di nuovi destinatari.

I luoghi della cultura e le attività artistiche possono inoltre diventare un’occasione per fare cassa di risonanza, in maniera trasversale, sulle tre dimensioni della sostenibilità. Esempio di questo è Playlist 2030 - Fare musica per un futuro sostenibile, progetto raccontato da Anna Freschi e Luca Benatti, che riesce a mettere in connessione giovani musicisti con figure del mondo della comunicazione e della divulgazione che lavorano da anni su temi civili, sociali e ambientali. Lo scopo del progetto è quello di creare una raccolta di brani dedicati ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, presentati in un video musicale introdotto da una panoramica scientifica di una esperta o un esperto sul tema di riferimento (alcuni tra questi individuati tra gli esperti dell’Alleanza), cercando così di sensibilizzare e catturare l’interesse di nuovi strati della società civile e degli operatori culturali. Durante l’evento è stato mostrato un piccolo estratto del brano ispirato al tema della parità di genere (Goal 5).

L’evento si è concluso con l’ultimo intervento di Annalisa Cicerchia del Cultural welfare center, dedicato al rapporto tra la centralità del benessere delle persone in termini di salute, disuguaglianze, parità e partnership per gli obiettivi: “Esiste un nesso profondissimo tra l’esperienza culturale e il benessere e la salute delle persone come individui e come collettività. In molte parti del mondo sono state sperimentate forme di offerta culturale esplicitamente orientate al miglioramento della salute, della longevità e della qualità della vita”.

Dopo la fine dell’incontro, passando dal Caffè letterario alla Sala argento, è stato organizzato dal Gruppo di lavoro dell’ASviS “Cultura per lo sviluppo sostenibile”, in collaborazione con Rete delle reti e Regione Piemonte, un ulteriore spazio di approfondimento dedicato ai temi e ai contenuti del Position paper elaborato dal Gruppo e pubblicato all’inizio di quest’anno, dal titolo “Organizzazioni culturali e sviluppo sostenibile: le urgenze da affrontare”.

Il documento riflette su come la risoluzione di alcune distorsioni narrative sui mondi della cultura possa diventare un punto di partenza per la reale crescita del settore e per la definizione delle azioni prioritarie delle organizzazioni culturali nell’affrontare le sfide e le urgenze di natura economica, sociale e ambientale nel quadro dell’Agenda 2030. L’incontro è stato moderato da Giuseppe Vitiello (Rete delle reti) e ha visto la partecipazione di Annalisa Cicerchia (Cultural welfare center), Annalisa Rossi (Soprintendenza archivistica e bibliografica della Lombardia), Michela Rota (Icom Italia) e Rossana Morriello (Associazione italiana biblioteche).

Da sinistra: Giuseppe Vitiello, Annalisa Rossi, Michela Rota, Rossana Morriello

 

di Cecilia Menichella