La resilienza della nostra società dipende anche dalla natura. Il capitale naturale fornisce servizi di approvvigionamento (pensiamo al cibo, alle materie prime), è un regolatore degli ecosistemi (pensiamo alla regolazione del clima, dei flussi delle acque, la purificazione di acqua e aria). La perdita di risorse naturali e il cambiamento climatico sono intrinsecamente collegati. Un fallimento in una sfera si ripercuote sull’altra.

È un problema solo di noi individui?

No di certo, ecco perché le aziende hanno iniziato a impegnarsi concretamente per la tutela del capitale naturale, in tutti i settori, senza distinzioni.

È una questione di prevenzione dei rischi, certo, ma anche di saper cogliere delle opportunità di sviluppo, in ottica di business.

Attenzione, però. È necessario intraprendere un percorso strutturato e soprattutto affrontarlo con delle competenze scientifiche, perché alcune iniziative sono sì interessanti, ma se studiate e misurate con la scienza consentono di unire un’efficacia concreta nel contesto ambientale con delle opportunità anche economiche.

Se ne parlerà con Rete Clima, ente non profit che supporta le aziende in percorsi di tutela del capitale naturale e di decarbonizzazione, con il quale Intesa Sanpaolo collabora per l’iniziativa Think forestry per piantare e preservare 100 milioni di alberi, come previsto nella strategia definita dal Piano di impresa per il 2022-2025.