Dagli eventi alla “casa” del Festival i principali contenuti emersi

Organizzati dai Gruppi di lavoro ASviS sui 17 Goal dell’Agenda 2030 e mediante collaborazioni, gli appuntamenti presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma hanno approfondito concretamente tutte le dimensioni della sostenibilità. 

venerdì 7 giugno 2024
Tempo di lettura: min

Cooperazione, finanza, Europa, fake news, clima, mobilità, lavoro, disabilità, trasporti, scuola, disuguaglianze di genere, innovazione in agricoltura, Costituzione, servizio pubblico: sono queste le principali tematiche di cui si è discusso nel corso degli eventi ASviS ospitati dalla “casa” del Festival, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, durante il mese di maggio. Appuntamenti che, insieme a quelli delle tappe che hanno visto la manifestazione viaggiare da Nord a Sud dell’Italia (qui un resoconto dei messaggi emersi), sono stati organizzati direttamente dall’ASviS e dai suoi Gruppi di lavoro sui 17 Goal dell’Agenda 2030 e su tematiche trasversali, oltre che attraverso alcune collaborazioni.

8 maggio “Gli SDGs, il Green deal europeo e la partecipazione dei cittadini”

L’evento ha presentato il progetto di ricerca europeo “Real Deal”, finalizzato a sviluppare nell’Unione europea modelli di partecipazione attiva e forme di democrazia deliberativa da parte della cittadinanza per l’attuazione del Green Deal nel quadro dell’Agenda 2030. L’appuntamento ha dato il benvenuto a "un nuovo parlamento", frutto della sperimentazione di pratiche partecipative in corso in diversi Paesi europei grazie al progetto. In Italia, infatti, l’ASviS ha attivato, nei primi mesi del 2024, un processo partecipativo sperimentale per la formalizzazione di proposte al documento economia e finanza del governo nel quadro delle raccomandazioni del semestre europeo, in analogia a un’equivalente sperimentazione avvenuta a dicembre 2023 in Danimarca. Attraverso un’assemblea deliberativa sono state votate le 18 proposte elaborate, concentrate in particolare sulla richiesta di partecipazione della cittadinanza ai processi decisionali, senza mettere in discussione invece gli obiettivi generali della transizione ecologica e dell’equità sociale dell’Agenda 2030 e del Green Deal europeo.

8 maggio, “Verso il Summit sul futuro. Cooperazione internazionale, multilateralismo, società civile”

Occorre ripensare la cooperazione con partenariati paritari e una nuova finanza globale. Per farlo è necessario ripristinare la condizionalità degli aiuti, investire di più per il clima nel Sud del mondo e adottare maggiore trasparenza con l’opinione pubblica rispetto alla scelta dei Paesi target con cui il nostro Paese intende cooperare. In quest'ottica è particolarmente importante la coerenza delle politiche. Ma non va dimenticato il problema del debito: “Viviamo in un mondo dove quasi il 40% della popolazione vive in Paesi dove i governi spendono più per ripagare il debito che per finanziare l’educazione o la salute […]. Serve una tassazione globale” ha dichiarato Marina Ponti, direttrice della Un SDG action campaign.

9 maggio, “La finanza quotidiana: come può orientarci verso i consumi sostenibili?”

La finanza per lo sviluppo sostenibile non riguarda solo i grandi investimenti o la gestione dei patrimoni, ma anche i consumatori che, con le proprie scelte di acquisto e consumo quotidiane, possono giocare un ruolo fondamentale. Al contempo, le normative europee che incidono sul sistema bancario, nonché le banche e gli istituti finanziari a loro volta, ma anche il mondo del retail, possono orientare i cittadini verso consumi più sostenibili.  A tal proposito Francesco Timpano, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e di Assosef, oltre che coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS “Finanza per lo sviluppo sostenibile”, ha sottolineato: “I consumatori ci dicono che i prodotti sostenibili costano troppo. Costano troppo perché i mercati sono ancora sottili, i numeri si stanno iniziando a vedere adesso, sono stimolati dalle direttive”. Per supportare i consumatori servono nuovi prodotti e servizi che superino quelli proposti tradizionalmente, con l'obiettivo di intercettare le nuove esigenze derivate dalla trasformazione sostenibile. Nell’ambito dell’evento si è svolta anche la premiazione Green globe banking 2030 (Ggb) - Gran premio sviluppo sostenibile financial services for SDGs. 

10 maggio, “Il futuro dell’Europa. Investire nella transizione climatica per tutti”

Potenziare gli investimenti nella transizione energetica aprirebbe un’opportunità irripetibile per accelerare l’innovazione a favore di un’ampia e sistemica trasformazione delle catene del valore globali. In questo modo si attiverebbero economie di scala rendendo accessibili a un’ampia maggioranza della popolazione i beni e i servizi a zero emissioni, con benefici sulla riduzione di disuguaglianze e povertà. “Dobbiamo mettere in campo nuovi strumenti comuni europei altrimenti non possiamo paragonarci ai grandi player internazionali. Vogliamo mantenere la leadership nella transizione climatica rendendola socialmente giusta”, così Paolo Gentiloni, il Commissario per l’economia europeo, intervenuto all’evento. Tra le possibili soluzioni per affrontare gli ostacoli nel percorso che porta alla neutralità climatica sul tema degli investimenti si è ragionato su un fondo clima-energia simile al Next generation Eu dopo il 2026 e sull’importanza di una riforma dell’architettura finanziaria.

13 maggio “Ascoltare la scienza, disinnescare la disinformazione”

Sovrabbondanza di contenuti e algoritmi minano il rapporto scienza-politica e alimentano divisioni che portano a una comunicazione fatta di slogan. Il rischio profilato è che alle prossime elezioni europee di giugno si vada al voto con convinzioni basate su notizie false. “Siamo al paradosso che chi oggi giudica la scienza non conosce il metodo scientifico. Stiamo tornando a prima di Galileo. [...] Parlarne è sicuramente parte della soluzione, ma resta pericolosissimo alimentare una deriva in cui smettiamo di credere nella comunità scientifica” ha commentato Roberto Danovaro, professore di Ecologia e biologia marina dell’Università politecnica delle Marche, sottolineando la pericolosità di scambiare “dato scientifico e opinione”. Proprio per questo motivo, 22 presidenti di associazioni scientifiche hanno lanciato l’appello "Ascoltare la scienza” contro la disinformazione elettorale.

13 maggio, “Contro le falsificazioni su energia e cambiamento climatico”

Auto elettriche, rinnovabili, lavoro sotto attacco da parte delle lobby fossili per passare dall’azione all’inazione. La disinformazione climatica è la punta dell’iceberg di enormi interessi economici, per contrastarla servono “la buona scienza” e gli “strumenti per agire”, tra cui una Legge italiana sul clima e un Comitato scientifico per il clima per monitorare il lavoro del governo. Ma anche maggiori investimenti delle imprese green e un ruolo più chiaro dei decisori politici a supporto della transizione energetica. “Se portiamo avanti l’inazione, andremo verso una subordinazione economica ancora più grande e una dipendenza dall’estero sempre maggiore” ha messo in guardia Daniela Palma, prima ricercatrice Enea. Risulta necessaria, inoltre, una riconversione del settore industriale, per non perdere le opportunità di sviluppo fornite dalle rinnovabili e per assicurare una transizione del lavoro che non lasci nessuno indietro.

14 maggio, “Sostenibilità in movimento. Il sistema italiano dei trasporti tra resilienza, decarbonizzazione e intermodalità”

 “Stiamo attraversando la settima rivoluzione tecnologica dei trasporti che si basa su tre innovazioni principali: decarbonizzazione, guida autonoma e assistita e digitalizzazione”, ha affermato Ennio Cascetta, presidente cluster tecnologico nazionale Trasporti Italia. In questo contesto le imprese del settore dei trasporti si stanno muovendo verso la direzione giusta, ma in Italia manca una strategia politica comune. Occorre accelerare in particolare la decarbonizzazione del settore su gomma, che costituisce ad oggi la principale forma di trasporto per merci e persone, e investire nel passaggio a modalità meno inquinanti. Infine, è necessario rafforzare le forme di intermodalità. Durante l'evento si è svolta anche la premiazione del concorso “Consapevolmente in viaggio: un’Agenda nello zaino”.

15 maggio, “Uscire dal labirinto delle disuguaglianze. L’empowerment delle donne: il Pnrr è una delle risposte?”

L’evento ha rappresentato un’opportunità per fare il punto sull’impatto delle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza sull’empowerment delle donne, registrando una carenza di dati disponibili e confrontabili. “Parliamo ogni giorno di come i dati costruiscono il nostro presente e il nostro futuro. Dovremo partire fin d’ora nel riconsiderare il modo in cui vengono raccolti”, ha sottolineato Loredana Grimaldi, dell’Associazione Donne 4.0. “Noi vogliamo continuare a misurare per agire” e per questo “chiediamo un’individuazione e raccolta di dati di genere”. Durante l’incontro sono state rilevate le criticità e i punti di forza delle misure del Piano che riguardano la parità di genere e sono state condivise alcune buone pratiche di imprese impegnate sul tema.

16 maggio, “Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Analisi del contesto attuale e dialogo tra le parti sociali”

Tre le priorità emerse dal dibattito: la prima riguarda la necessità di rendere effettive le leggi già esistenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, considerando che il quadro normativo deve aggiornarsi rispetto alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie; la seconda punta a dare spazio e diffusione a una cultura della prevenzione: “non c’è solo la necessità di una strategia nazionale di prevenzione, ma occorre parlare di un patto sociale. Serve un impegno e una responsabilità da parte di tutti gli stakeholder [...], [[[, un patto d’impegno e di responsabilità collettiva” ha dichiarato Cinzia Frascheri della Cisl. Il terzo punto riguarda infine l’importanza di rafforzare e razionalizzare gli organi di controllo, ampliare e facilitare il lavoro degli ispettori e creare meccanismi di verifica della formazione che viene fatta.

16 maggio, “Oltre le barriere. Ripensare la disabilità con l’Agenda Onu 2030”

Rischio di povertà, disoccupazione e difficoltà ad accedere alle cure tra le discriminazioni subite. Sono necessari servizi di prossimità, comunicazione corretta e cultura dell’inclusione: questa la sintesi emersa dall’evento. Da mancanza, difetto e privazione della persona a occasione per abbattere le barriere e trovare soluzioni innovative per l'inclusione e l'accessibilità: la disabilità, osservata e compresa con la prospettiva integrata dell'Agenda 2030, si definisce sulla base delle condizioni esterne. Sono queste ad essere abilitanti o disabilitanti. Bisogna “passare dal concetto di assistenzialismo e vittimizzazione a quelli di valorizzazione della persona e autonomia”, ha sottolineato Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità, in un messaggio inviato per l’occasione.

17 maggio, “Facciamo 17 Goal con Scuola Attiva. La scuola e l’Agenda Onu 2030 per uno sviluppo sostenibile”

Nuove competenze e modelli da sperimentare, ma anche centralità della comunità educante: questi i temi al centro dell’evento, in occasione del quale sono stati premiati anche i vincitori dei concorsi “Facciamo 17 Goal” e “Scuola attiva”. L’Agenda 2030 “è una bussola che deve orientare anche le scelte di studio, perché per riuscire a dare un contributo forte alla realizzazione di questi Obiettivi serve anche tanta conoscenza tecnica, oltre che etica” ha dichiarato Carmela Palumbo del Ministero dell’istruzione e del merito. Centrale inoltre il tema della future literacy, per una scuola capace di formare al futuro, in termini di benessere, competenze e consapevolezza, ma anche quello del “whole school approach”, la strategia europea che immagina la scuola, nella sua interezza, al centro della società, basandosi su cinque elementi: curricolo, didattica, infrastrutture, corpo docente e ambiente esterno. Un modello che, per funzionare, ha bisogno dei valori della sostenibilità e della capacità di lavorare nella complessità.

20 maggio, “Human development report 2023. Presentazione a Roma”

Rivisitazione dei beni pubblici globali, contrasto alla polarizzazione politica e mitigamento del cambiamento climatico tra gli strumenti indicati dal convegno come necessari per invertire la rotta dell’andamento dell’indice dello sviluppo umano, che fa registrare un calo tra i Paesi meno sviluppati. Infatti, tra i 35 di questi analizzati nel Rapporto, 18 non sono tornati ai livelli del 2019. “Ci troviamo davanti a un ‘gridlock’, una situazione di paralisi proprio nel momento in cui dovremmo essere più coesi di fronte alle grandi sfide di oggi. Ma alla prova dei fatti questa unità manca, non siamo in grado di gestire bene le interdipendenze che caratterizzano l’epoca che stiamo vivendo”. Lo ha dichiarato Heriberto Tapia, senior member di Undp Human development report office (Hdro).

20 maggio “Spes policy dialogue. Impatti sociali della transizione verso la sostenibilità: prove e politiche per un Social green deal”

Le soluzioni climatiche, e più in generale le transizioni verso la sostenibilità, devono essere integrate nella giustizia sociale per garantire che nessuno venga lasciato indietro. La ricerca è fondamentale per fornire prove e sostenere una buona elaborazione delle politiche. Il progetto Spes (Sustainability performances evidence and scenarios) ha riunito le principali parti interessate provenienti da istituzioni internazionali e dell’Ue, organizzazioni della società civile e media in un dialogo politico per discutere i risultati di Spes sugli impatti sociali della transizione verso la sostenibilità e quali politiche sono necessarie nell’ambito di una strategia sociale e Green deal durante il prossimo mandato dell’Ue. Il progetto, avviato ormai da un anno, ha già prodotto un ricco insieme di pubblicazioni, tra cui il Policy brief “Redefining progress to go beyond Gdp in Europe” realizzato con il contributo di lavoro dell’area Ricerca dell’ASviS.

20 maggio, “Clima in Costituzione: il futuro delle politiche pubbliche

All’evento sono state discusse le implicazioni giuridiche, politiche e sociali della riforma che ha modificato gli articoli 9 e 41 della Carta, e sono stati presentati i primi risultati di una ricerca su clima e Costituzione. La concezione della tutela dell’ambiente come precondizione implica che, se lo si colpisce, si compie un “danno esistenziale “e non solo patrimoniale”, ha sottolineato Andrea Ferrazzi, membro del comitato esperti dell’ASviS, che ha seguito in prima persona i lavori parlamentari per l’approvazione della riforma costituzionale. Ma “la transizione o è anche socialmente sostenibile o rischia di non esserci e di aprire spazi in altre direzioni” ha messo in guardia Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, sottolineando l’importanza di una politica pubblica che indirizzi e accompagni il mercato coinvolgendo le persone a ogni livello. Infine, in merito alle politiche pubbliche, spesso frammentate e non sufficientemente focalizzate sulle priorità, è necessario pianificare e rendere operative strategie di lungo periodo.

22 maggio, “Il pubblico che serve: come assicurare equità di accesso e dignità del lavoro”

Sanità, scuola, povertà. L’evento ha affrontato la questione dei servizi pubblici essenziali e della loro fornitura a livello territoriale, considerando le disparità regionali e le mancanze delle amministrazioni. “Il terzo settore,” ha spiegato Andrea Morniroli, coordinatore del Forum disuguaglianze e diversità, “è stato vissuto non come attore di politiche ma come attuatore al ribasso di politiche di natura puramente prestazionale. Dobbiamo tornare a una integrazione virtuosa che c’è stata in questo Paese”. È necessario dunque costruire una politica di complementarità tra risorse pubbliche e private. Il settore pubblico deve assicurare la regia complessiva delle organizzazioni del privato sociale che agiscono sui territori, assicurando il monitoraggio e la valutazione degli interventi, ma deve anche affrontare la complessità con politiche di medio/lungo termine e non con un approccio emergenziale.

22 maggio, “Conciliare cibo, ambiente e benessere: il ruolo dell’innovazione”

Il settore agroalimentare è in fermento, ma con alcune problematiche, tra cui un reddito che non garantisce prospettive solide per i giovani agricoltori, la necessità di enormi risorse idriche che rischiano ogni anno di essere più carenti e lo scetticismo che accompagna le nanotecnologie. “Abbiamo bisogno di un nuovo modello di sviluppo, che non è possibile mettere in campo senza l’innovazione”, ha affermato Gian Paolo Cesaretti, presidente della Fondazione Simone Cesaretti, sottolineando che “serve sviluppare l’agricoltura di prossimità, con caratteri identitari ed etici per popolazioni numerose e con esigenze tanto diverse da noi”. […]Centrale anche il ruolo dell’educazione al cibo: bisogna cominciare dalle scuole primarie.

di Elita Viola

 

Fonte copertina: wikicommons