Il Festival itinerante: i messaggi dalle tappe degli eventi ASviS in giro per l’Italia
Gli appuntamenti hanno testimoniato che imprese, città, scuole e territori ci sono, ma serve una maggiore spinta politica sui temi della transizione ecologica e della giustizia sociale. Mentre l’Europa ha bisogno di un’etica comune.
Affrontare i temi chiave della sostenibilità, discuterne con esperti e stakeholder, riflettere su ostacoli e soluzioni nel percorso di sviluppo sostenibile. Questa la finalità con cui l’ASviS ha organizzato i 30 eventi principali del Festival dello Sviluppo Sostenibile, insieme ai suoi Gruppi di lavoro composti da esperte ed esperti degli oltre 300 Aderenti dell’Alleanza, accompagnando le migliaia di iniziative diffuse in tutta Italia e all’estero realizzate grazie all’impegno della società civile (qui un articolo sugli eventi in cartellone). I 30 appuntamenti nazionali si sono tenuti in buona parte al Palazzo delle Esposizioni di Roma, “casa” del Festival (qui l’articolo dedicato), ma molti altri hanno “viaggiato” per l’Italia, andando ad animare diverse città che sono diventate vere e proprie tappe della manifestazione: Ivrea, Torino, Bologna, Milano, Palermo e Roma. Un Festival itinerante per discutere i temi della sostenibilità lungo tutta la penisola. In questo articolo vi raccontiamo in estrema sintesi alcuni dei contenuti e messaggi emersi, ma attraverso i link potrete accedere a cronache, video-sintesi, interviste, pubblicazioni e tutti i materiali legati alle iniziative.
TAPPA DI IVREA: L’EVENTO DI APERTURA DEL FESTIVAL SU IMPRESE E FINANZA
Il Festival è stato inaugurato il 7 maggio a Ivrea, nella storica sede della Olivetti. Le oltre 500 persone in presenza e le quasi 860mila raggiunte attraverso i canali dell'Alleanza e degli altri media hanno potuto seguire il dibattito incentrato sul ruolo di imprenditorialità e finanza nella transizione ecologica (qui la nuova pagina del sito asvis.it dedicata alle imprese). Un evento per ribadire che senza le imprese non si fa sviluppo sostenibile. “Due sono i motivi principali”, ha detto Paolo Conta, presidente di Confindustria canavese, “il primo di natura tecnologica, ossia la necessità di portare le nuove tecnologie nell’ambito della sostenibilità; il secondo di natura economica, perché è vero che la sostenibilità ha un costo, ma imprese sane generano sviluppo e profitti, che possono essere destinati agli investimenti”.
Durante la conferenza è stato presentato il Rapporto di Primavera dell’ASviS, che ha illustrato come le politiche adottate nel corso degli ultimi 18 mesi non abbiano fatto abbastanza, ma anche le possibili misure da adottare per recuperare i ritardi, nonché gli scenari per l’Italia al 2030 e 2050, sviluppati con Oxford Economics, che hanno dimostrato chiaramente che investire e accelerare subito sulla transizione ecologica conviene. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto in videocollegamento, ha affermato che “lo sviluppo sostenibile non è un’opzione tra le tante ma il percorso da seguire, con la consapevolezza che si possono fare correzioni strada facendo” e che, almeno nella parte continentale, “l’Italia è pronta a chiudere con il carbone, la fonte più inquinante”.
L’incontro è stato chiuso da un’esibizione dell’arpista Kety Fusco, prima tappa dell’Heroes Festival, che affronta con la sua musica il tema dei cambiamenti climatici.
TAPPA DI TORINO: AL SALONE DEL LIBRO I DIBATTITI SU EUROPA, COMUNICAZIONE, FUTURO E CULTURA
Futuro del Green deal, federalismo e partecipazione politica delle giovani generazioni. Al centro dell’evento, nella Giornata dell’Europa, il dibattito sulle sfide e le opportunità della prossima legislatura europea. L’incontro ha approfondito il ruolo chiave giocato dall’Ue rispetto allo sviluppo sostenibile e il tema della partecipazione democratica giovanile, sulla base del Quaderno ASviS “Obiettivi di sviluppo sostenibile e politiche europee. Verso il patto sul futuro” e del Policy brief ASviS “La partecipazione democratica giovanile: problemi attuali e possibili soluzioni”. All’incontro Giorgia Sorrentino, segretaria generale Gioventù federalista europea, ha sottolineato la necessità di “affrontare in maniera importante la paura che le persone hanno rispetto al tema dell'identità, cioè riuscire a spiegare che una cessione di competenze a livello europeo non inficia nulla della propria identità nazionale, locale, regionale” e che “per arrivarci dobbiamo portare la discussione sul futuro dell'Europa nei territori e nelle comunità”. Inaugurata per l’occasione una sezione del sito ASviS interamente dedicata a Europa e sviluppo sostenibile.
10 maggio, “Il posto della cultura: un gioco di sguardi”
L’evento ha raccolto le testimonianze degli operatori del mondo della cultura, che hanno mostrato come i vari settori interpretano l’Agenda 2030, rappresentando in maniera sistemica e integrata il richiamo ai diversi Obiettivi di sviluppo sostenibile e facendo leva sulla partecipazione dei cittadini e sulla capacità delle organizzazioni culturali di orientare lo sguardo per attivare la conoscenza, modificare i comportamenti e costruire una nuova visione di futuro. “Sono i mondi della cultura che aiutano moltissimo a creare consapevolezza, pensiero razionale ed emozione per permettere la creazione di un modello di sviluppo sostenibile”, ha sottolineato Paola Dubini, coordinatrice del Gruppo di lavoro ASviS “Cultura per lo sviluppo sostenibile”. Presentato il Position paper “Organizzazioni culturali e sviluppo sostenibile: le urgenze da affrontare”.
10 maggio, “Si fa presto a dire sostenibilità. Chi influenza gli influencer?”
Riconoscere l’impatto, aumentare la conoscenza, cambiare abitudini: la cultura e i social possono veicolare messaggi importanti per sensibilizzare i consumatori, i quali devono informarsi correttamente per scegliere correttamente sui temi della sostenibilità. Questo il messaggio emerso all’incontro, dedicato al tema della comunicazione, che quest’anno ha approfondito da un lato il ruolo degli influencer nel condizionare il modo in cui le persone si informano sui temi dello sviluppo sostenibile e dall’altra l’impatto della comunicazione su consumi e produzione con l’obiettivo di favorire una corretta informazione dei consumatori e valorizzare la comunicazione commerciale come elemento di responsabilità d’impresa. “Il ruolo dei social è oggi cruciale perché l’aspetto principale è la totale disintermediazione, il che è la cosa più bella ma anche la più pericolosa”, ha messo in guardia Cathy La Torre, avvocata patrocinante in Cassazione con quasi un milione di follower.
11 maggio, “I futuri secondo FUTURAnetwork”
Il futuro non è stato ancora scritto e dobbiamo costruirlo oggi. Scenari al 2050, intelligenza artificiale e ruolo delle fonti: questi i temi al centro del serrato dibattito che si è tenuto a partire dal volume “Mille schegge di futuro”, una raccolta di 35 schede su argomenti significativi per il nostro domani, dall’allungamento della vita all’AI, con link a quasi mille articoli online per formarsi un’idea sui possibili scenari e poter compiere oggi le scelte necessarie per un mondo sostenibile. Una sintesi dei quattro anni di lavoro di FUTURAnetwork, il sito creato dall’ASviS con altri studiosi di futuri per guardare “oltre il 2030”, che per il presidente dell’Italian institute for the future Roberto Paura rappresenta “un punto di riferimento per le informazioni sul futuro”. Il libro contiene anche alcune interviste realizzate con ChatGpt a personaggi del passato, come Isaac Asimov, Giuseppe Garibaldi, John Maynard Keynes, Marilyn Monroe e Martin Luther King, su temi di grande attualità.
TAPPA DI BOLOGNA: CITTÀ, IMPRESE ED ETICA
14 maggio, “Il ripristino della natura e le politiche climatiche nelle città”
La mancata approvazione della Nature restoration law riflette la difficoltà che stanno attraversando le politiche europee per la sostenibilità e quindi la necessità di moltiplicare gli sforzi e immaginare un Green deal che parta dal basso, dai cittadini e dai territori. Se ne è parlato all’incontro che ha testimoniato la forte mobilitazione delle città, dai contratti climatici alle buone pratiche per il ripristino della natura, raccontate da stakeholder e amministratori locali. Tutte iniziative che dimostrano che “la transizione è possibile, ed è possibile all’orizzonte 2030”, come sottolineato nell’intervento conclusivo da Silvia Bartolini, capo unità Marine environment and clean water services della direzione generale Ambiente della Commissione europea, che ha aggiunto “quando un ecosistema è distrutto, lo si può solo ripristinare, recuperare come è possibile, e la legge sulla natura, di cui parlo al presente perché credo che non sia stata detta ancora l’ultima parola, è una legge che copre tutti gli ecosistemi”.
15 maggio, “Imprese sostenibili per territori e comunità resilienti”
Solo sviluppando una visione aziendale di medio e lungo periodo, e mettendo in rete le migliori energie del mondo imprenditoriale e associativo, si può creare valore sociale ed economico per i territori. È quanto emerso dall’evento su imprese e territori, in cui è stato sottolineato come l’Italia abbia risorse, infrastrutture e tecnologie per fare il salto verso un modello pienamente sostenibile, ma occorre vincere le paure e fare sistema. I fondi europei “spingono sempre di più a orientare il sistema di incentivazione alle imprese verso tecnologie e innovazioni compatibili con la transizione ecologica”, ha detto Andrea Bianchi, responsabile Pianificazione strategica e politiche industriali di Invitalia, mettendo in luce una tendenza incoraggiante per il futuro: “Nel Paese c’è una forte spinta a costruire nuove filiere industriali legate alla transizione”.
15 maggio, “Etica e sviluppo sostenibile”
La sostenibilità è l’etica della giustizia intergenerazionale, per instaurare un nuovo legame sociale è necessario promuovere un insieme di valori ancora non pienamente condivisi. Il bene, la giustizia e la solidarietà non sono traguardi, ma obiettivi da conquistare quotidianamente, come costruire dunque società pacifiche in linea con l’Agenda 2030? Ne hanno discusso Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, Romano Prodi, già presidente del Consiglio dei ministri e della Commissione europea, e il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana. Un confronto non solo politico ma anche etico su pace e guerra, sulla necessità di accelerare la transizione ecologica e sulle esigenze dell’economia. Al centro soprattutto l’Unione europea, che è uscita da questa legislatura con grandi risultati sullo sviluppo sostenibile ma “con una frammentazione a rischio esplosione”, come sottolineato da Giovannini, secondo cui “non si è costruito lo spirito unitario richiamato anche nella lettera del Cardinale Zuppi”. Un’Ue che si ritrova così in balia delle decisioni prese dagli altri Stati e che per essere più forte deve andare “verso un’Europa federale e non confederale come lo è ora. Bisogna mettersi insieme”, ha proseguito Giovannini. Per l’Europa, secondo i tre relatori, l’unica soluzione sembra essere quella di un’etica comune.
TAPPA DI MILANO: I TERRITORI COME MOTORE DEL CAMBIAMENTO
17 maggio, “Le buone pratiche e il Rapporto sui territori 2023”
Le città si sentono sole in Italia, basti pensare che, a differenza di altri Paesi, manca una piattaforma nazionale sostenuta dal Governo per le nove città della Missione Ue per la neutralità climatica entro il 2030. “Ci sono dei fondi regionali, ma manca una politica nazionale, dei nostri governi, sullo sviluppo sostenibile”, ha sottolineato Matteo Lepore, sindaco di Bologna, secondo il quale di fronte a un’economia italiana “che si regge sulle disuguaglianze” bisogna “dare maggiore spinta politica ai temi della transizione ecologica e della giustizia sociale”. Ma all’evento è emerso anche che le città non sono sole rispetto ai cittadini, alle associazioni e alle imprese, è a loro dunque che si devono rivolgere anche per la nuova stagione delle Strategie regionali e delle Agende metropolitane che sta partendo dopo l'approvazione della Strategia nazionale di sviluppo sostenibile. Un incontro ricco di testimonianze dai territori, dal recupero del parco abbandonato nel centro di Caserta alle lavatrici rigenerate e poi donate alla Caritas, fino al trasporto pubblico gratis di Todi.
TAPPA DI PALERMO: DISUGUAGLIANZE, SCUOLA E MEZZOGIORNO
21 maggio, “Una e (in)divisibile? Scenari per orientarsi nei futuri della scuola”
Quanto sono uguali i nostri bambini e le nostre bambine rispetto ai diritti e alle spese per l'istruzione? L’evento sulle disuguaglianze a scuola ha affrontato questi temi che si sviluppano non solo in relazione a differenziazioni regionali, ma anche rispetto ad altri assi come quello dei territori interni, con effetti più ampi e allo stesso tempo circolari, poiché lo spostamento delle famiglie genera impoverimento del territorio e deprime ulteriormente il servizio scuola. Occorre dunque accelerare verso l’attuazione dell’Obiettivo 4 “Istruzione di qualità” dell’Agenda 2030, orientando la scuola verso la sostenibilità in un'ottica di comunità educante e puntando su più infrastrutture, maggiore formazione per i docenti e sul fare rete a livello locale. Un panel dell’incontro è stato dedicato all’impatto dell’autonomia differenziata sull’istruzione, su cui è intervenuto anche Giovannini: “Credo che il Pnrr stia consentendo un salto per alcune scuole, ma dov’è la colpa drammatica? Di non aver detto alle scuole che ci sarebbero stati i fondi di coesione per completare l’opera. Su questo l’autonomia differenziata è una doccia gelata, perché come si fa a progettare se non si sa chi sarà a occuparsi dei progetti, se la Regione o lo Stato? Il regionalismo differenziato vorrebbe dire davvero frammentare il Paese, quando in realtà l’Europa chiede sempre più coesione. Io penso che siamo di fronte a un rischio molto elevato”.
La convergenza tra le politiche e una rivoluzione cognitiva collettiva, che parta dall’educazione e la partecipazione dei cittadini, sono fondamentali per promuovere uno sviluppo sostenibile eguale e inclusivo. È quanto emerso dall’incontro dedicato al Mezzogiorno e alle Agende per lo sviluppo sostenibile, strumenti chiave in quanto nuovi paradigmi per un futuro sostenibile, in grado di rompere con gli errori del passato e poter così superare le disuguaglianze territoriali. Per Gianfranco Viesti, docente di Economia applicata dell’Università degli Studi di Bari, per realizzare politiche pubbliche lungimiranti e ben fatte “c’è bisogno di una organizzazione multilivello, in cui le politiche europee convergano con le politiche nazionali e trovino attuazione su scala regionale e comunale”. Secondo Viesti, il sistema italiano, allo stato attuale, non funziona bene per almeno tre motivi: una confusione delle competenze, spesso concorrenti tra Stato e Regioni; la mancanza di risorse funzionali, di personale ed economiche; la poca partecipazione dei cittadini. E le richieste di autonomia differenziata vanno in una direzione che aggraverebbe ulteriormente la situazione.
TAPPA DI ROMA: L’EVENTO CONCLUSIVO E IL CONCERTO PER UN’EUROPA SOSTENIBILE
Giovani e democrazia, l’Onu e il paradosso del comma 22, il terzo rischio sul clima, decentralizzazione dell’intelligenza artificiale: questi alcuni dei temi che sono stati al centro dell’evento all’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, con cui l’ASviS ha chiuso l’ottavo Festival dello Sviluppo Sostenibile, presentando alle istituzioni italiane i risultati della manifestazione ma anche proposte per assumere decisioni coerenti con l’Agenda 2030. “L’ottavo Festival dimostra che una parte consistente della società italiana condivide lo spirito dell'Agenda 2030 e si impegna in prima persona in questa direzione”, ha affermato la presidente dell’ASviS Marcella Mallen, ripercorrendo numeri e iniziative della manifestazione. Giovannini, invece, ha illustrato gli otto stereotipi smentiti dal Festival, ribadendo ad esempio che “la sostenibilità non è una parola vuota” e che “la società civile non è composta da sonnambuli”, come testimoniato dalle migliaia di soggetti che hanno animato il Festival; ha presentato poi le proposte del “Manifesto per la nuova legislatura europea”, con cui l’ASviS chiede tra l’altro di realizzare una transizione ecologica “giusta”, fare della politica industriale il motore della transizione, attuare il Pilastro europeo dei diritti sociali, adottare riforme istituzionali verso una maggiore integrazione europea, ad esempio superando il diritto di veto e dando più forza al Parlamento europeo. Per Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS, il Festival si è rivelato un “patrimonio di partecipazione democratica” che “abbiamo il dovere di far progredire, di creare nuove condizioni perché possa rafforzarsi e trovare nuovi spazi”, facendo anche in modo che vi sia l’incontro tra la spinta dal basso e la politica.
24 maggio, “Concerto per un’Europa sostenibile”
“Questa è l’Europa che vorremmo. Questa è l’Europa che purtroppo ancora non abbiamo. E per questo il concerto di questa sera è per un’Europa sostenibile”. Sono le parole di Enrico Giovannini dopo aver letto l’Articolo 3 del Trattato dell’Ue, durante il concerto che ha chiuso simbolicamente l’ottava edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile. Nonostante il Trattato sia molto precedente rispetto ai 17 Goal dell’Agenda 2030, ha sottolineato il direttore scientifico dell’ASviS, “ascoltando attentamente troverete tutti i Goal qui, il che vuol dire che l’Agenda 2030 è stato il frutto dell’impegno dell’Unione europea”. Protagonisti dello spettacolo musicale sono stati i giovani musicisti e musiciste della European union youth orchestra (Euyo) e la cantante BigMama, con performance intervallate da letture e interventi. Annunciata anche una grande novità: l’Auditorium Parco della Musica per Roma diventerà “Casa della sostenibilità”, per ospitare eventi e manifestazioni scientifiche e divulgative attorno ai temi dello sviluppo sostenibile e per diventare un laboratorio di idee.
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